La mia vita prima e dopo la chiamata

Ti proponiamo la testimonianza di un giovane, Diego, che dopo un'esperienza a Casa Nazareth ha deciso di consacrarsi. Forse potrai trovare qualche punto in comune...... .

Mi chiamo DIEGO LIGAS, sono nato a Verona il 1° giugno 1980. Ho una sorella, Sabrina, di un anno e mezzo più giovane di me.
Ho praticato Karate per circa 13 anni e Judo per 10 anni conseguendo in ambedue la cintura nera e il ballo liscio-latino americano per 4 anni.

Nel Karate sono stato decine di volte campione regionale ed interregionale; ho fatto un 2° e un 3° posto ai nazionali, ho partecipato in una competizione internazionale e sono stato finalista anche a gare a squadre, visto che io e altri due rappresentavamo il Veneto. Intorno all’anno 1999 si parlava addirittura di una mia eventuale partecipazione ai campionati mondiali di Londra.
Nel Judo ho vinto decine di volte i campionati di Verona e conseguito ottimi risultati pure ai regionali ed interregionali; mi fui qualificato pure ad una competizione nazionale.

Riguardo il ballo, inizialmente mi allenavo e gareggiavo con mia sorella, siamo stati diverse volte premiati ai primi posti ai campionati regionali e anche finalisti al campionato italiano. Successivamente ho ballato con un’altra ballerina; lei ha continuato, ora è maestra e al campionato del mondo si qualificò tra le prime 10.

Quando volevo fare l'attore..

Oltre a tutte queste cose imitavo Celentano e mi divertivo a farmi riprendere con la telecamera per poi con gli amici guardare il risultato;  forte era in me il desiderio di fare film diventando attore, infatti le conoscenze per intraprendere questo percorso le avevo.

Intorno all’anno 2001, all’età di circa 21 anni, si faceva in me martellante una voce, l’anima mia ne era invasa, affioravano sempre più interrogativi circa il senso della vita, il Paradiso, la dannazione. Così sentivo il bisogno fortissimo di stare in chiesa per ore, da solo, in silenzio, di osservare con occhi nuovi la natura, il cielo. Facevo ritiri spirituali e compii la pratica dei 9 primi venerdì del mese e dei primi 5 sabati con partecipazione alla Santa Messa, comunione e confessione.

Nel frattempo lavoravo, prima ad un supermercato come cassiere e poi in fabbrica addetto al magazzino delle molle. Ma nel 2003 ecco l’inizio di una grande sofferenza fisica: soffrii moltissimo per degli attacchi di panico, non capivo il perché e non ho ancora capito il perché… tutto questo andò avanti per anni.

Ero debilitato in tutto, tachicardia continua, respiro corto, agitazione. Sebbene questa croce, nel fine settimana facevo del volontariato a servire la cena ai poveri del dormitorio e pregavo con loro. Con alcuni instaurai una vera amicizia e quasi ogni tardo pomeriggio, terminato il lavoro, andavo con il motorino da loro, li confortavo, li ascoltavo, li portavo a mangiare in pizzeria. Intanto mi chiedevo: “ma cosa mi sta succedendo?! il sabato sera anziché uscire con gli amici come ho sempre fatto, sento più gioia nel stare con i poveri ed offrire la mia vicinanza ai tossici”.

Era questo il periodo che pregavo di trovare un centro di persone con la sindrome di down per fare del volontariato. Perché proprio i down?! Perché loro mi hanno fatto sempre, fin da tenera età, tanta tenerezza e simpatia.
Un giorno da mia nonna, precisamente nell’estate del 2004, vidi su Telepace un documentario sull’istituto dove vivo ora :“Poverette della Casa di Nazareth”. Presi contatti e mi recai per più di un anno a regalare del mio tempo ai sofferenti nella mente, senza l’idea di consacrarmi al Signore.

In quei mesi il papa Giovanni Paolo II stava male. Per me lui è sempre stato un paterno uomo buono. Seguii su Rai uno i suoi ultimi momenti di sofferenza terrena e, appena giunta la sua morte, sentii chiaramente che era il momento di fare il passo e parlare alle suore della mia intenzione di offrire la mia vita a Dio nella congregazione. Ho avvertito che il papa mi ha dato l’ultima spinta che serviva. Quando mi recai dalla madre generale manifestando il mio desiderio, lei mi disse che avevano da poco chiesto all’anima di Giovanni Paolo II di mandare una vocazione; provai una sensazione di meraviglia interiore.

Il 27 novembre 2005 entrai definitivamente in istituto, giorno della festa della medaglia miracolosa, stemma che abbiamo al collo. Che emozione!!! La mia vita cambiava radicalmente e non mancava la paura.

Il 9 settembre 2007 feci alla presenza del vescovo i miei voti privati temporanei di povertà, castità e obbedienza, voti che ogni anno, privatamente, rinnovo assieme alle suore.

Presso le “Poverette della Casa di Nazareth” svolgo diversi compiti: porto a camminare le nostre assistite, insegno religione nelle due scuole di formazione professionale in cui sono presenti ragazze e ragazzi con varie disabilità, guido il pulmino per qualche uscita. Sento anche il bisogno di scrivere dei libri di preghiere, poesie religiose; da poco ho terminato pure la biografia del nostro padre fondatore, Filippo Bardellini.

Sino a giugno 2013 sono stato occupato con lo studio; mi sono laureato in teologia conseguendo il titolo di baccellierato, proprio io che non ho mai avuto molta simpatia per lo studio. Il mio diploma è in idraulica e lì mi sono trovato filosofia, greco, ebraico, ecc…

Premetto che prima di me vi era la parte maschile in congregazione. Ora, dopo 10 anni che sono stato il solo uomo, si è unito a me un altro ragazzo come laico consacrato per ora come esterno. L’ultimo confratello è morto a più di 90 anni nel 2004, poco dopo che io conobbi l’istituto: che mistero!!!

Le suore mi hanno accolto molto bene, per me sono esempi materni di santità.
Gesù e Maria sono con me e ho molti veri amici;  i disabili mentali che posseggono una bellezza interiore autentica.

All’interno dell’istituto ho avuto e ho tuttora una formazione di vita. Vivo in comunità, al mattino abbiamo la meditazione, le lodi ed il santo rosario, dopo colazione ognuno svolge le proprie mansioni. A mezzogiorno pranziamo  dopo aver recitato l’ora media. Nel pomeriggio varie mansioni e alle 18.00 andiamo in cappella per la Santa Messa e vespri.

Il contatto con i disabili mentali mi dona la vera gioia, mi dona Gesù, la Madonna, la speranza del Paradiso, la compassione evangelica verso i bisognosi, la pace. Certo, le difficoltà, le croci, le tentazioni non mancano, ma capisco che la sofferenza fa parte del cammino cristiano e mi fa crescere. Io cerco sempre di vedere in quei volti tribolati il Cristo sofferente e mi impegno nel portar loro un sorriso, di fare anche il “pagliaccio” divertendoli. Voglio a loro un gran bene!

Vi racconto un episodio che mi ricorderò per tutta la vita: un pomeriggio ho accompagnato un’assistita con la sindrome di down nel cortile di una delle nostre 6 case, davanti alla statua della Madonna situata in una nicchia contornata da edera e rose. Mentre la sostenevo, facendo entrambi il segno della croce, ho notato la grande fatica che la poverina faceva nel muovere il braccio e nel pronunciare le parole dell’Ave Maria.

Io guardai la Madonna un po’ commosso e, un istante dopo, cadde innanzi a noi una fresca rosa rossa. Per me questo è stato un grande segno di Maria la quale dice a tutti che una piccola preghiera, fatta con amore, è sempre ben accolta da Lei e da Dio.

I miei genitori sono stati e sono contenti della mia scelta, non mi hanno mai ostacolato; all’inizio erano meravigliati di questo stravolgimento  della mia vita ed ora vengono all’adorazione settimanale che tengo prestandosi pure per qualche servizio di volontariato all’interno della congregazione.

Io sono convinto che l’istituto non morirà; sono certo che presto fioriranno nuove vocazioni.

Gesù non ci abbandonerà! L’Opera è Sua e Lui provvederà! Occorre abbandonarsi senza preoccupazioni come fece padre Filippo, avendo la fede di Abramo.ai sino a qualche anno fa avrei detto di consacrarmi al Signore…ma poi ho sentito forte il Suo richiamo e non sono stato capace a dire di no. I disabili mentali sono i piccoli del Vangelo cui dobbiamo “lavare” i piedi ogni giorno; qualunque cosa facciamo loro, la facciamo a Cristo.

Pregate per me perché giungano nuove vocazioni ad intraprendere il mio cammino!

Ora c’è un movimento vocazionale sia maschile che femminile…La nostra è una grande congregazione, abbiamo 200 disabili più o meno gravi e un centinaio di dipendenti.

Coraggio, lasciatevi contagiare! Venite a trovarmi! Ecco i miei recapiti:

 Diego Ligas,
Istituto Poverette della Casa di Nazareth, via Domegliara, 9
37015  Ponton  (Verona) - Tel.  3497259488 -  0456861088
email: diegoligas@gmail.com

 Un abbraccio e avanti sempre con Gesù e Maria!

Diego Ligas

Diego in TV e altri video

 

prima intervista a TV2000 seconda intervista a TV2000 immagini di quotidianità 

E se hai ancora un pò di tempo ti invitiamo a guardare questo video amatoriale girato presso una casa soggiorno estiva a San Zeno di Montagna (Vr) dove le ospiti vanno a trascorrere le vacanze. Da non perdere!

soggiorno ospiti in montagna